cds L’Uefa chiede di chiudere il 30 giugno, l’Italia può sforare fino a luglio
MILANO – La volontà dell’Uefa di chiudere la stagione 2019-20 il 30 giugno, non solo le coppe europee ma anche i campionati nazionali, mette le Leghe spalle al muro e di fronte a un vero e proprio tour de force. Se il diktat arrivato ieri da Nyon sarà inappellabile (lo era anche la disputa a giugno di Euro 2020, poi invece…), lo dirà l’evoluzione del virus nel Vecchio Continente. Gli uomini di Ceferin hanno ribadito la possibilità di giocare a porte chiuse, ma non si sa a partire da quando. Ecco perché il gruppo di lavoro che ha Marchetti, Tebas e Centenaro tra gli attori principali dovrà fare più ipotesi. Le stesse che stanno studiando per la Lega l’ad De Siervo e l’head of competitions Butti, impegnati a risolvere il perverso sudoku nel quale il Coronavirus ha fatto sprofondare la A.
25 APRILE – I vertici della Lega sul loro calendario in questo momento hanno cerchiato il 25 aprile. E’ la data della liberazione dell’Italia della dittatura fascista e potrebbe diventare (o quanto meno loro lo sperano) la data della liberazione del nostro calcio dalla… dittatura del Coronavirus. Tornare a giocare, anche se a porte chiuse, prima dell’inizio di maggio consentirebbe di concludere entro il 30 giugno il campionato (12 giornate più 4 recuperi), le coppe europee e pure di assegnare la Coppa Italia. Il problema è che non c’è la certezza di ripartire sabato 25 aprile. Anzi… I dirigenti di Serie A, dunque, hanno lavorato anche ad altri prospetti: uno con ripartenza il 2 maggio, uno il 9 e uno il 16. Con questi ultimi due, disputare tutti i turni entro il 30 giugno sarebbe praticamente impossibile. Ci proveranno, ma i miracoli sono complicati.