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Buongiorno infortunato, che rabbia, non ci voleva proprio!

Fonte:Napoli Magazine

NAPOLI – Che rabbia! Proprio ora che il Napoli era riuscito a trovare una maggiore concretezza in attacco arriva l’infortunio di Buongiorno che mette a rischio la tenuta della miglior difesa del campionato. Un vero e proprio colpo di sfortuna contro il quale per Antonio Conte sarà anche difficile reagire, considerati gli oggettivi limiti della rosa in quel reparto. Certamente sarà necessario stringere rapidamente le trattative in corso per portare a Napoli un difensore centrale. Sarà importante chiudere con celerità in modo da avere un ricambio disponibile già a partire dai primissimi impegni del 2025. Il danno dell’assenza di Buongiorno andrà a ogni costo limitato alle sfide con il Genoa e il Venezia ma sarà importante schierare un suo sostituto, prelevato sul mercato invernale, in occasione della sfida alla Fiorentina, che chiuderà il girone d’andata e che è in programma al Franchi il 4 gennaio prossimo. Peccato che l’infortunio di Buongiorno, si diceva, sia arrivato proprio ora quando la concretezza e l’esperienza di Antonio Conte avevano cominciato a dare i loro frutti. Infatti chi ha osservato con attenzione e ha guardato con spirito critico la partita di Udine si sarà subito reso conto di quali modifiche l’allenatore abbia apportato alle caratteristiche tattiche della squadra. Quello che serviva, come era apparso chiaramente evidente in occasione della sconfitta al Maradona con la Lazio, era la capacità di realizzare un gioco offensivo diverso, con soluzioni meno prevedibili e scontate rispetto al gioco ripetitivo fatto di passaggi orizzontali da un fronte all’altro del terreno di gioco, che davano tempo e modo alle difese avversarie di organizzare il controllo della situazione, raddoppiando continuamente le marcature e chiudendo sistematicamente le linee di passaggio. Nella sfida con l’Udinese si è visto chiaramente un cambio di rotta di cui ha principalmente beneficiato Lukaku per il quale è stato più agevole sfruttare lo strapotere fisico che veniva notevolmente limitato quando il suo compito era esclusivamente quello di giocare spalle alla porta per fare da sponda o trattenere il pallone per permettere la risalita dei propri compagni di reparto. Il gol del belga è l’esemplificazione più evidente di come il disegno tattico sia mutato quel tanto che basta per rendere più pericoloso l’attacco azzurro. Alle più costanti verticalizzazioni si sono unite anche le variazioni di gioco offerte dagli esterni di difesa, Di Lorenzo e Olivera che si sono più spesso spostati verso la zona centrale del campo, liberando maggiormente Anguissa e McTominay dai compiti di controllo del territorio e autorizzandoli così ad affollare l’area di rigore avversaria nei momenti in cui l’azione degli azzurri arrivava nella fase cruciale. Insomma a Udine si è visto un Napoli nuovo e diverso e nella genesi di questa rinnovata versione tattica poco c’entra la presenza di Neres al posto di Kvaratskhelia. Certo il brasiliano ha dimostrato con chiarezza (ma francamente non c’era bisogno di conferma alcuna) che non lo si può definire una riserva. Il brasiliano è un titolatissimo a tutti gli effetti e non è da escludere che in futuro Conte possa decidere di puntare su di lui dall’inizio delle partite, sacrificando inizialmente in panchina uno fra Politano e Kvaratskhelia. D’altro canto nel Napoli non c’è nessuno capace di saltare l’uomo come sa fare brillantemente Neres e questa è una caratteristica dei giocatori che finisce per risultare sempre decisiva. Conte sicuramente sfrutterà questa e anche altre opportunità per dare al Napoli con continuità quella incisività che a partire da Udine ha mostrato con chiarezza.

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